Sottotitoli

Ho vent'anni
Leonid Brežnev
Unione Sovietica
Khutsiev Marlen
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Ho vent'anni

Un dramma diretto da Khutsiev Marlen
1965 - Studio di M.Gorkij
Мне двадцать лет (Застава Ильича)
Dramma
IMDB: 7.7

Il protagonista Sergej, tornato da 2 anni di servizio militare, viene accolto dalla famiglia e soprattutto dai suoi due amici di sempre, che gli corrono incontro emozionati in un rapporto di fratellanza intensissimo. Condividendo insicurezze ed incertezze sul loro futuro di coetanei, dopo una sgradevole conversazione con gli amici della sua fidanzata Anja, tutti rappresentanti della "gioventù d'oro" e dopo la lite con il miglior amico, Sergej rivaluta la propria vita, evocando dal passato suo padre morto giovane al fronte. 

Sottotitoli a cura di Beatrice Bizzini e Anna Dolgova

Contesto storico e sociale

Un film immerso nell'universo giovanile che fa conoscere uno spaccato della Mosca degli anni ’60. "Il Bastione\fortezza di Il’ič" (Застава Ильича), meglio noto con il titolo acquisito in seguito "Ho vent’anni" (Мне 20 лет), è simbolo delle contraddizioni e del clima di distensione provvisoria dell’epoca post-staliniana. Lo stesso titolo è testimone del carattere apparente dell’apertura politica e artistica dell’epoca in quanto risultato di una serie di rimaneggiamenti ed interventi censori voluti da Nikita Khruščëv. 

Sugli schermi sovietici degli anni del Disgelo non sono più gli eroi canonici ed esemplari degli anni Quaranta e Cinquanta a fare da protagonisti, ma piuttosto giovani personaggi che lasciano trasparire la loro singolarità ed interiorità. Eppure, Khutsiev deve far fronte alle denunce di Khruščëv secondo cui il suo lungometraggio sarebbe incapace di mostrare come la nuova gioventù possa continuare e accrescere la tradizione eroica delle generazioni precedenti; non basta mostrare giovani attratti e al tempo stesso disorientati dalle nuove libertà e adulti afflitti dal vedere i loro figli lasciarsi sfuggire opportunità di cui in passato non si poteva godere. È così che, attraverso il personaggio di Sergej, si medita anche sugli anni della guerra e su quelli successivi. Il film sembra non solo voler evocare il tema del conflitto generazionale, ma anche affermare una continuità tra la generazione del Dopoguerra e quella del Disgelo.

Curiosità e riconoscimenti
  • Il titolo iniziale del film, "Il bastione Il’ič", deriva dal nome della piazza del quartiere Taganskij di Mosca che, fino al 1919, si chiamava Rogojskaja-Sennaja.  Nel 1919 è stata ribattezzata secondo il patronimico di Vladimir Lenin, Piazza Il’iča. Nel 1923 è stata denominata Bastione Il’ič, e nel 1992 ha ripreso il suo nome storico, Bastione Rogojskaja.

  • Il regista Marlen Khutsiev (1925-2019) ignoto al grande pubblico, fu apprezzato molto da un altro grande regista italiano, Federico Fellini, che presentando a Mosca il suo "8½" nel 1963 per Festival cinematografico internazionale ha chiesto di incontrarsi con il regista sovietico che già aveva i problemi con la Censura. Khutsiev ha ricevuto la prima notorietà per il suo primo film "Primavera in via Zarechnaja" (1956), successivamente per "Ho vent'anni" (1965), “Pioggia di luglio” (1967) e tanti altri. Il suo film preferito era il primo film che vide nella sua infanzia - "Čapaev" (1934).

  • Le famose serate di poesia al Museo Politecnico di Mosca furono organizzate appositamente per il film. Ne organizzarono cinque dalla durata di 8 ore ciascuna i cui protagonisti erano i più famosi poeti degli anni ‘60, beniamini del pubblico: Bella Achmadulina, Evgenij Evtušenko, Mikhail Svetlov, Andrej Voznesenskij, ecc. L’evento fu un vero successo perché nell’Unione Sovietica degli anni '60 le vere rock-star erano i poeti. I giovani di allora erano appassionati di poesie, le scrivevano o le imparavano a memoria. "Literaturnaja Gazeta" scriveva: "...gli stranieri, già stupefatti dalla conquista sovietica dello spazio, possono invidiare una nazione i cui lettori sono tanto sensibili alla letteratura, un paese in cui la poesia manda in orbita migliaia di persone."

  • All'ultimo anno del VGIK (Scuola di Cinema), Marlen Khutsiev chiese al giovane sceneggiatore Gennadij Špalikov (morto suicida nel 1974) di scrivere una sceneggiatura per il film “Il bastione Il’ič”. Il regista voleva girare un film sui giovani degli anni '60 e, secondo lui, Špalikov avrebbe potuto trasmettere in modo attendibile i sentimenti dei suoi contemporanei. La prima versione della pellicola (1962) fu censurata: al regista Khutsiev venne consigliato di rigirare alcune scene e a Špalikov di riscrivere la sceneggiatura. Nikita Khruščëv criticò il film: "Anche i personaggi più positivi del film non riescono a rappresentare la nostra meravigliosa gioventù. Vengono mostrati come se non avessero scopi né ideali nella vita. E questo al giorno d’oggi, durante la costruzione della società comunista, illuminata dalle idee del programma del Partito Comunista!». Dopo le dimissioni di Khruščëv nel 1964 il regista fu invitato ad apportare alcune modifiche nella pellicola, tra cui la più significativa fu il taglio della scena della serata dei poeti nel museo Politecnico. Venne proiettato per la prima volta nel 1965, solo dopo la revisione, nella versione abbreviata dal titolo "Ho vent'anni". La versione originale dell'autore di "Fortezza Il’ič” venne ripristinata solo durante il periodo di Perestroika nel 1988.

  • Uno dei motivi delle critiche ricevute a seguito della prima proiezione ufficiale del film riguarda i rumorosi passi della pattuglia della Guardia Rossa che marcia di notte lungo una strada a ciottoli. "Di notte", si lamentò il presidente della Commissione ideologica, "la gente dovrebbe dormire. I passi sono così forti solo in prigione".

  • Lo sceneggiatore Gennadij Špalikov (1937-1974) ha scritto anche la sceneggiatura per il film "A zonzo per Mosca" (1964) uscito dopo le critiche che ha ricevuto "Ho vent'anni". Ha scritto anche l’omonima canzone che fa parte della colonna sonora. Nella pellicola di Danelija "A zonzo per Mosca" (1964) possiamo notare tante similitudine adottati dal film "Ho vent'anni".

  • Nel film sono citate le seguenti poesie: "Autunno" (1833) e un frammento di "Eugenio Onegin" (1833) di A. Puškin (trad. di Giovanni Giudici), "Incompiuto" (1928-1930) e "Conversazione con Lenin" (1929) di V. Majakovskij, "I vecchietti sovietici" (1961) di Mikhail Svetlov, "Duello" (1962) di Bella Achmadulina, "Gli usignoli" (1942) di Mikhail Dudin, "Addio al Politecnico" (1962) di Andrej Voznesenskij.

  • Per la scena della festa di compleanno di Anja, per rappresentare nel modo più autentico la "gioventù dorata", sono stati invitati dei giovani e - ancora - poco conosciuti studenti del VGIK: i futuri registi Andrej Tarkovskij, Andron Končalovskij; l'attrice Svetlana Svetličnaja, e altri.

  • Per l'attore Valentin Popov (1936-1991), interprete del protagonista Sergej Žuravlёv, è stato l’unico ruolo come attore di cinema. Deluso da questo mestiere, dopo l'uscita del film, ha deciso di frequentare la Scuola di Cinema per diventare regista e ha realizzato dei film che purtroppo, però, non hanno avuto successo. Molto spesso durante le riprese dei suoi film ha dovuto affrontare gravi problemi di salute. Le persone che lo conoscevano lo descrivevano come una persona troppo onesta e sensibile per il mondo cinematografico.

  • Marianna Vertinskaja che ha interpretato Anja è la figlia del famoso artista e cantante di cabaret Aleksandr Vertinskij e sorella dell’attrice Anastasija Vertinskaja.

  • Il film ha vinto la Placca d'Oro alla Mostra del Cinema di Roma nel 1965 e il Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1965.


Benedetto, 28-02-2024

Consigliato.

lombardini bruno, 23-02-2024

Sarà perché sono un fan del bianco e nero, sarà x via che adoro gli spaccati di vita quotidiana, sarà perché mi commuovo nel vedere le storie d'amore poi gli ultimi minuti con il ricordo o la trasposizione del padre in trincea /spettacolare effetto scenico/ ma a me è piaciuto moltissimo!

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