Sottotitoli
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A zonzo per Mosca
Commedia lirica diretta da Danelija Georgij
1964 - Mosfilm
Volodja, un giovane tecnico di montaggio di Siberia, è di passaggio a Mosca. Il suo piccolo racconto, pubblicato nella rivista "Gioventù" ha suscitato l'interesse dello scrittore Voronin, che ha invitato Volodja ad una conversazione importante. Nella metro Volodja viene a conoscere un giovanissimo operaio della metropolitana, Kolja (Nikita Mikhalkov) che torna dal turno di notte. Una semplice domanda dell'indicazione del vicolo gli porta a scoprire le persone e i luoghi inaspettati.
Sottotitoli a cura di: Rossella Di Costa, Federica Calandra, Aurora Di Costa
Ringraziamo la Cattedra di lingua e letteratura russa dell'Università degli Studi di Catania e Prof. Claudia Olivieri
Contesto storico e sociale
Gli anni 60' è un periodo di liberalizzazione della società che va dalla metà degli anni Cinquanta fino alla metà degli anni Sessanta, quando in Unione Sovietica era in corso il processo di destalinizzazione del paese. Nel 1956 si era tenuto il XX congresso del partito Comunista, in occasione del quale, grazie al nuovo leader Nikita Chruschev, veniva condannato il culto della personalità di Iosif Stalin. Fu allora che ebbe dunque inizio la riabilitazione dei prigionieri politici e che nel 1957, a Mosca, si svolse il primo festival internazionale della gioventù, al quale accorsero 34.000 ospiti da 131 paesi.
Curiosità e riconoscimenti
Uno dei ruoli principali è stato recitato dall'attore diciottenne e il futuro regista Nikita Mikhalkov, che in seguito ricevette l’Oscar per il film “Sole ingannatore”.
L’omonima canzone che fa parte della colonna sonora, è stata scritta dal compositore Andrej Petrov e dallo sceneggiatore Gennadij Špalikov, l'autore di un altro cult del "disgelo": "Ho vent'anni" (1965). La canzone divenne quasi più popolare dello stesso film, e rimane una delle più interpretate ancora oggi.
Inizialmente la canzone è piaciuta al сonsiglio artistico che doveva approvare il contenuto del film, ma hanno chiesto di cambiare le ultime parole nella riga "La vela bianca io spiegherò, Non so ancora dove..." dicendo che le parole "Non so ancora dove" nella canzone sovietica non devono essere, perché lo spettatore penserebbe che l'eroe del film riferisce all'Israele o agli Stati Uniti. Alla fine la riga è stata sostituita con "Non so ancora con chi".
Il regista del film Georgij Danelija è apparso nel film nel ruolo episodico di un lucidatore di scarpe.
che bello! la canzone finale è la mia preferita per sempre, gang
Nella Mosca del" disgelo", dove i dolori della guerra non sono ancora passati e gli operai la sanno più lunga degli scrittori, due giovanotti si incontrano per un giorno, mentre avvengono i preparativi per un matrimonio.
Sono inseguiti da una domanda: "ora si puo essere felici?".
Passeggiando per Mosca il film svela la vita delle persone semplici in una giornata qualunque dove si vede che le donne lavorano e sono indipendenti, gli uomini non credono più al delitto d'onore e possono lavare i piatti, la metropolitana è scavata con una tecnologia che Milano vedrà solo negli anni 90, qualcuno va ancora a messa e i ragazzi si divertono ballando il ..
"All'ora si puo essere felici?" il quesito è posto fino alla fine...
I russi, incredibilmente, somigliano agli italiani che vedevamo nei nostri film degli stessi anni.
Un film cha ci fa capire, quanto impegno è stato messo durante la guerra fredda, per farci credere che eravamo cosi diversi quando eravamo praticamente uguali.
Per chi ama i film italiani degli anni 60 da non perdere.
Fa un certo effetto vedere Nikita Michalcov così giovane, anche se poi ci siamo abituati a pensarlo più dietro la camera che non davanti a questa...non è solo un tributo alla Mosca del disgelo ma anche una commedia di qualità, basterebbero gli scambi letterari sullo scrivere i libri a dimostrarlo, o la sequenza finale con la canzone nella metro intrisa quasi di un realismo magico...
Capire lo spirito di quel luogo e di quel tempo a noi entrambi sconosciuti. Gli anni '60 a Mosca, come ce li ha raccontati qualcuno dei vecchi amici russi, con nostralgia e senza chiavi ideologiche. E poi Robertino, il primo link con la musica leggera italiana (ecco dov'era finito!). Celentano e Sanremo sarebbero arrivati in URSS qualche anno dopo.
Bellissimo film, ricorda molto lo spirito della nouvelle vague francese. Anzi, nel ritmo e nella fotografia vedo molte affinità con Zazie dans le métro, per fare un esempio.
Un bellissimo film ricco di poesia
Una fotgrafia di un giorno qualunque, a me pare una città di provincia delle nostre parti. Allora ci raccontavano frottole, ci descivevano i russi come straccioni morti di fame... erano tutte falsità...
Molto bello
Grazie per averci dato la possibilità di vedere questo film bellissimo!