Sottotitoli

La prigioniera del caucaso
Leonid Brežnev
Unione Sovietica
Gajdaj Leonid
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La prigioniera del caucaso

Commedia diretta da Gajdaj Leonid
1967 - Mosfilm
Кавказская пленница
Commedia
IMDB: 8.3

Šurik, va in spedizione etnografica alla ricerca del folclore del Caucaso per studiare le fiabe e le leggende locali e in particolare la tradizione del brindisi. La gente del posto si rifiuta di parlargliene se non beve anche lui e a un certo punto lo invitano persino a partecipare alla più interessante delle tradizioni: il “rapimento di una sposina”.

Sottotitoli a cura di Matteo Dargenio

Curiosità e riconoscimenti
  • Il titolo completo del film è "La prigioniera del Caucaso, o Le nuove avventure di Shurik" oppure "Una vergine da rubare".

  • Moltissimi russi hanno visto il film tante volte e lo sanno quasi a memoria. Seguito al successo di “Operazione Y” (1965), il film fa parte del ciclo con i personaggi di Šurik (Aleksandr Dem’janenko) e dell’improbabile trojka di malviventi Codardo, Babbeo e Esperto (Трус, Балбес и Бывалый), il secondo dei quali interpretato dall’impareggiabile attore comico Jurij Nikulin.

  • Anche i critici sovietici hanno riconosciuto il dono più raro del regista Leonid Gajdaj cioè il senso dell’umorismo. Uno di loro scrisse: "Gajdaj sostiene con successo e talento la tradizione della commedia eccentrica. Mi prendo la libertà di dire che questo tipo di commedia è uno dei generi più necessari per il nostro cinema."

  • Natalja Varlej, la piccola brunetta protagonista del film, non era solo un’attrice, ma anche una trapezista del Circo di Mosca.

  • Il film ironizza sulla pratica del rapimento della sposa, usanza comune a diverse culture del Caucaso considerata all’epoca bizzarra ed esotica. Questa antica tradizione caucasica diffusa soprattutto nelle repubbliche del Caucaso russo e in Asia Centrale, consiste nel prelevare una donna con l’inganno o con la forza. Una volta che una donna spende una notte – o anche solo qualche ora – nella casa dell’uomo che l’ha rapita, perde il proprio onore, finendo quindi costretta, per salvare la reputazione della famiglia, a sposare il proprio rapitore.


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