Sottotitoli

Il destino di un uomo
Nikita Krusciov
Unione Sovietica
Bondarčuk Sergej
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Il destino di un uomo

drama di guerra diretto da Bondarčuk Sergej
1959 - Mosfilm
Судьба человека
Dramma
IMDB: 8

Il film racconta la storia di un soldato russo sottoposto a terribili prove a causa della guerra, privato della casa e della famiglia e gettato in un campo di lavori forzati. Ma il destino non riesce a piegare il suo spirito: il soldato sopravvive, difende il suo diritto di restare uomo, conserva la capacità di amare...

Sottotitoli a cura di Filippo Sella e Damiano Lauria

Ringraziamo la Cattedra di lingua e letteratura russa dell'Università degli Studi di Catania

Contesto storico e sociale

Il contesto storico e sociale del film riflette la realtà dell’Unione Sovietica durante il secondo conflitto mondiale, facendo luce sulle brutalità della guerra e le difficoltà che i soldati sovietici dovettero affrontare sul fronte e nei campi di prigionia. La pellicola mette in risalto i valori di coraggio, resilienza e solidarietà che caratterizzarono il popolo sovietico durante quel terribile frangente, mostrando come un uomo possa trovare la forza interiore per superare le avversità più insormontabili.

Capolavoro assoluto e forse, uno dei più grandi film di guerra mai realizzati nella storia del cinema, del regista è anche l'interprete principale, Sergej Bondarčuk, colpì e piacque non solo "per il linguaggio così cinematografico (intere sequenze senza dialogo o dove le battute, rare, non sono essenziali per la comprensione del racconto)" ma anche per "la forza poetica e non soltanto didascalica, del contenuto". Il debutto registico è un grande successo in patria e il film ha una buona circolazione anche all’estero.

"Il film fa parte di una serie di opere uscite fra la seconda metà degli anni ‘50 e la prima metà degli anni ‘60 che hanno avuto fortuna anche ad ovest della cortina di ferro e che hanno rappresentato il disgelo degli anni di Krusciov attraverso una rappresentazione della guerra umana e lontana dalla retorica e dalla celebrazione tout court dell’epoca staliniana. Tuttavia, la definitiva consacrazione a livello internazionale di Bondarchuk coincide con la seconda metà degli anni Sessanta quando, con il suo monumentale Guerra e Pace, uscito in due parti in URSS nel 1965 e 1966, vince l’Oscar per il miglior film straniero nel 1969. Bondarchuk è così all’apice della sua fama internazionale. La fortuna di Guerra e Pace fa sì che il cineasta sovietico sia coinvolto anche in progetti di coproduzioni con paesi d’oltrecortina e in particolare l’Italia. Il produttore Dino De Laurentiis lo assume per girare Waterloo che uscì nel 1970: una coproduzione italo-sovietica che si avvale anche di apporti finanziari e creativi hollywoodiani. Più tardi, nei primi anni 80, un altro produttore italiano, Nello Santi, scrittura Bondarchuk per una coproduzione meno conosciuta, ovvero Campane Rosse, con Franco Nero che interpreta il giornalista americano John Reed, che aveva raccontato la rivoluzione d’Ottobre."

Stefano Pisu

Curiosità e riconoscimenti

  • Il film, che segna il debutto alla regia di Sergej Bondarčuk, è tratto dall'omonimo racconto di Michail Šolochov (Nobel per la letteratura nel 1965) «Il destino di un uomo» (1957).

  • Le riprese del lungometraggio si sono svolte anche nella città di Kamensk-Šakhtinskij, nella regione di Rostov. L'episodio dell'addio alla moglie alla stazione è stato girato alla stazione ferroviaria di Tambov, mentre l'episodio dei "rifugiati" si svolge in una strada campestre vicino all'attuale stazione degli autobus di Tambov e Tatarskij Val.

  • La pellicola è stata vincitrice del Gran Premio del Festival cinematografico internazionale di Mosca nel 1959.


Filippo Sella, 26-04-2024

Bellissimo film, da vedere assolutamente.
"...E mi piacerebbe pensare che, quest'uomo russo, un uomo dalla volontà irremovibile, resisterà, e vicino alla spalla del padre crescerà colui che, una volta grande, sarà in grado di superare e sopportare tutto ciò che gli intralcerà il cammino, se la sua Madrepatria lo chiamerà per farlo." M. Šolokhov

Raffaella Stirpe, 25-04-2024

Beh,qui siamo alla poesia storica

zia Miriam, 24-04-2024

SENZA MORTE
Immortale, quando la sua vita viene narrata e si tramanda nelle generazioni. Il destino di un uomo di Sergej Bondarcyk, è il racconto di un soldato, consumato dalla vita, stanco, che torna, ma non sa bene dove, dalla lunga guerra patriottica. Con lui un “piccoletto” biondo. Due orfani per mano “un cavallino e una tartaruga”. Avanzano; camminano sulla lunga strada, fra le alte betulle, lungo il fiume e sopra di loro un cielo sereno. Quello stesso immenso cielo russo che sorprese Andrej Bolkonskij ad Austerlitz. Ma non il soldato Sokolov, lui è reale e la sua è una storia vera. Lui, nello spazio infinito dove si fermano le nuvole, ha cercato e cerca Libertà e Pace. Almeno per un po’, per riprendere le forze e riconoscersi ancora “vivo, sono rimasto vivo!”. Resisterà all’amarezza dei vinti, all’astuzia dei carnefici. Resisterà ai delitti, alla fame, alle privazioni, alle assenze. Resisterà con volontà irremovibile. Resisteranno tutti “perché tutti soffrono e tu non sei il solo”. Fino alla vittoria, avanti oltre Stalingrado; resisteranno perché Katjusha ascolta il loro amore.

Sofia, 24-04-2024

E' un film che strazia il cuore. Bellissimo e necessario.
Vedere rappresentata la fatica disumana a cui sono sottoposti i prigionieri sovietici nel campo di lavoro mi ha fatto pensare di nuovo alla raffinata crudeltà nazista: che schiaffo sfruttare fino allo stremo un popolo che si era liberato dal giogo dello sfruttamento del lavoro con la Rivoluzione d'Ottobre.
L'attore protagonista è veramente superbo nell'interpretazione.
Grazie di questo ennesimo regalo Perestroika.it

Francesca, 21-04-2024

Bellissimo e commovente

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