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Quando volano le cicogne
Dramma di guerra diretto da Kalatozov Mikhail
1957 - Mosfilm
All'inizio della Seconda Guerra Mondiale, Boris, giovane e innamorato fidanzato di Veronica, si arruola e parte per il fronte, andando incontro alla sua tragica fine. Intanto la ragazza, la quale aspetta invano il ritorno dell'amato, è costretta ad andare a vivere dall'infido cugino a seguito del bombardamento della casa di famiglia.
Contesto storico e sociale
"Già durante le riprese si capì che ne sarebbe nato qualcosa di straordinario. Bastava solo vedere al lavoro l’operatore della pellicola, Sergej Urusevskij, che la troupe issava ciak dopo ciak su di un traliccio tramite delle corde per le riprese del protagonista intento a salire la scala. Dopo aver visto questa scena, il caso volle che Claude Lelouch si presentò alla Mosfil’m, che ne rimase così colpito che chiamò il direttore del Festival di Cannes, un uomo a lui totalmente sconosciuto, implorandolo affinché la pellicola partecipasse al concorso. Il film “Quando volano le cicogne” è tratto dalla pièce teatrale di Viktor Rozov “Večno živye” (“Immortali”). Dopo averne letto il copione, il regista Mihail Kalatozov si precipitò il giorno seguente direttamente a casa del drammaturgo, proponendogli di farne un film. Riuscì infine a scrivere la sceneggiatura sotto l’attenta supervisione di Rozov.
Il ruolo principale venne interpretato da una studentessa di teatro, la giovane Tat’jana Samojlova. Il calore dei suoi occhi a mandorla, la sua recitazione così spontanea e la sua versatilità conquistarono tutto il mondo. Al Festival di Cannes le venne offerto di recitare a Hollywood nel ruolo di Anna Karenina e la giuria le attribuì il premio come “attrice più umile e affascinante.
Kalatozov e Urusevskij sono riusciti a decodificare il linguaggio cinematografico. Hanno alimentato l’aridità del realismo socialista con il fuoco dei sentimenti. “Quando volano le cicogne” ha dimostrato che il cinema patriottico occupa di diritto un posto speciale nella cinematografia mondiale”.
Editoriale tradotto da Chiara Pavan per Russia in Translation
Curiosità e riconoscimenti
In lingua originale a volare sono “le gru” e non “le cicogne”, come nella traduzione italiana.
Il direttore della fotografia, Sergej Urusevskij introdusse lunghi piani sequenza di interi minuti e inventò (costruendoli personalmente) i binari circolari per la cinepresa, che ora sono uno strumento molto usato nel cinema. Per sua sfortuna, non li brevettò.
Si aggiudicò la Palma d’Oro, secondo film dell’Urss a trionfare a Cannes dopo “La grande svolta” di Fridrich Ermler nel 1946 (insieme ad altri dieci pellicole, tra cui “Roma città aperta” di Rossellini) e fu l’ultimo successo in Costa Azzurra per il cinema sovietico o russo.