Sottotitoli

Piccola Vera
Michail Gorbaciov
Unione Sovietica
Pičul Vasilij
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Piccola Vera

dramma sociale diretto da Pičul Vasilij
1988 - Studio di Gorjkij
Маленькая Вера
Dramma
IMDB: 6.9

La ribelle diciottenne Vera vive in una città industriale sul Mar Nero con i genitori, sfidando loro autorità invece di studiare va in giro con gli amici.  Mentre la vecchia generazione si consola come può: il padre beve fino a ubriacarsi e la madre prepara grandi barattoli di sottaceti. Un giorno Vera conosce uno studente dell'istituto metallurgico, Sergej. I due si innamorano, ma i profondi contrasti coi genitori di Vera renderanno la situazione più difficile del previsto.

Sottotitoli a cura di: Filippo Sella, Sylvie Chiechio, Marta Franco, Galina Pishikina

Ringraziamo la Cattedra di lingua e letteratura russa dell'Università degli Studi di Catania.

Contesto storico e sociale

V SSSR seksa net" (In URSS non c'è sesso) è una celebre frase di Ljudmila Nikolaevna Ivanova, in risposta ad uno spettatore americano durante una delle prime trasmissioni televisive ponte tra URSS-USA. Lo spettatore chiese se gli spot televisivi sovietici fossero, come quelli americani, incentrati sul sesso. Per questo, la risposta della Ivanova diventò un tormentone durante gli anni della Perestrojka. All'epoca era proibito parlare pubblicamente di sesso e rappresentarlo nel cinema, nella letteratura o in altre forme d'arte. Quando i film sovietici cominciarono a mostrare scene di vita intima, fu una rivelazione per lo spettatore. “La Piccola Vera” fu la prima pellicola ufficiale del cinema sovietico a contenere una scena di sesso e, forse, proprio la presenza di tali scene rese il film così popolare, tanto da far guadagnare a Natalja Negoda, nel 1989, la prima pagina della copertina di “Playboy”.

Quella che potrebbe essere chiamata "discoteca" iniziò a comparire tra l'inizio e la metà degli anni '80; alcune fonti riportano che la prima discoteca dell'URSS apparve in Lettonia. È abbastanza probabile che sia vero, dato che ogni nuova tendenza in URSS arrivava proprio nelle città/repubbliche di confine con largo anticipo rispetto al resto del Paese. Naturalmente, in “discoteca”, sia i ragazzi che le ragazze volevano mostrare il meglio di sé e quindi indossavano gli abiti migliori del loro guardaroba. Se la discoteca era organizzata dal Komsomol, erano sconsigliati i capelli lunghi, gli abiti occidentali e un look generalmente "alla moda". Con l'inizio della Perestrojka, tuttavia, queste restrizioni si sono affievolite fino a scomparire del tutto.

In epoca sovietica, possedere valuta estera era un reato. La violazione delle norme sulle transazioni valutarie e la speculazione su valori o titoli in valuta erano punite con la reclusione da tre a otto anni, con o senza confisca dei beni, oppure con esilio da due a cinque anni. L’articolo 88 del Codice penale su “La violazione delle norme sulle transazioni valutarie” limitava il più possibile la circolazione di valuta estera in contanti tra i cittadini dell'URSS. Il cambio di valuta, anche con altri oggetti di valore, era un reato penale. Il KGB lo utilizzava attivamente per reprimere lo spionaggio, l'imprenditoria clandestina e la prostituzione.

Curiosità e riconoscimenti
  • Le riprese si sono svolte nella città natale del regista Vasilij Pičul, Mariupol’ allora Ždanov.

  • La troupe ha lavorato senza giorni di ferie e vacanze, di conseguenza invece di un film ne sono stati registrati due, ma la casa cinematografica «Goskino» si è rifiutata di finanziare il secondo film.

  • "La piccola Vera" è la prima pellicola ufficiale del cinema sovietico a contenere una scena di sesso. Dopo l’uscita di questa pellicola, i successivi film sovietici inizieranno a contenere temi fino ad allora proibiti quali: crimine, prostituzione, violenza domestica.

  • Nel 1988 il film ha vinto il premio dell'associazione internazionale dei critici cinematografici (FIPRESCI) per un film fuori concorso a Venezia; nel 1989 il premio dell'Accademia europea del cinema per la sceneggiatura; nel 1989 il premio "Nika" all'attrice N. Negoda come migliore attrice DELL'URSS.


Raffaele CIrone, 09-07-2023

Un mondo che non regge più, fatica a trovare nuovi valori e nuovi obiettivi per vivere, implode così nelle sue incoerenze. La fine di un'epoca non poteva essere più plastica che in questo "sporchi, brutti e cattivi" tardo-sovietico, dove si descrive non un'eccezione, ma la normalità di una esistenza svuotata nelle storie delle persone e in quella di una comunità.

Rita, 11-06-2023

La storia sembra rispecchiare metaforicamente il nichilismo per la fine del
del sogno socialista, che ha azzerato completamente sogni e speranze, lasciando i personaggi storditi e apparentemente senza un barlume di futuro. Un film che lascia comunque il segno.

Valentino, 04-05-2023

Un realismo molto crudo.

Ema, 17-04-2023

che capolavoro!!!

patrixgove, 13-04-2023

Complimenti, i conflitti tra generazioni espressi con efficacia, senza cercare scorciatoie.

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