Sottotitoli

Jazzmen, noi del jazz
Jurij Andropov
Unione Sovietica
Šakhnazarov Karen
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Noi del jazz

commedia musicale diretta da Šakhnazarov Karen
1983 - Mosfilm
Мы из джаза
Commedia
IMDB: 7.1

Il giovane Kostja, di Odessa, decide di organizzare una jazz band per andare a conquistare Mosca. È convinto che il jazz sia un'arte proletaria che mira al progresso e alla rivoluzione! I musicisti di strada Stepan, Žorik e il sassofonista della guardia imperiale, Ivan Bavurin, non sono subito convinti della nuova proposta musicale...

Sottotitoli a cura di Matteo Dargenio

Contesto storico e sociale

Il periodo degli anni venti nell'URSS è passato alla storia come Nuova Politica Economica ovvero NEP. Un momento vivace e controverso nella vita del Paese, di maggiore allentamento dei divieti in campo economico. Lo spirito della NEP, estraneo al comunismo, permeò anche la cultura: dando spazio alle avanguardie, artisti, designer, musicisti e cineasti si lanciarono in audaci esperimenti.

Il jazz nell'Unione Sovietica ha guadagnato popolarità negli anni '30, in gran parte grazie alla band jazz leningradese guidata dall'attore e cantante Leonid Utesov e dal trombettista J. B. Skomorovskij. Ha avuto influenza anche la prima commedia musicale "Tutto il mondo ride" \ "Веселые ребята" (1934) basata sulla storia del musicista jazz, e aveva una colonna sonora corrispondente.

L'atteggiamento delle autorità sovietiche nei confronti del jazz era ambiguo: gli artisti jazz nazionali non erano ufficialmente vietati, tuttavia la critica più compiacente al canone realsocialista non lesinava critiche a un genere così "borghese e decadente." Alla fine degli anni '40 durante la lotta contro il cosmopolitismo in URSS, il jazz ha vissuto un duro periodo di repressione terminato, seppur tiepidamente, con il disgelo kruscioviano.

Curiosità e riconoscimenti

●La pellicola ha avuto un clamoroso successo mondiale, tanto da essere presentata in 26 paesi: un vero e proprio trionfo per il giovane regista Šakhnazarov, al suo secondo film. Il film è stato nominato come il migliore del 1983, vincendo premi internazionali ai festival cinematografici di Grenoble, Chicago e Londra

● Nel film sono state utilizzate composizioni di gruppi jazz degli anni '20, in particolare quelle del musicista jazz Anatolij Kroll.

● Il teorico musicale Sergej Kolbasjev è esistito davvero, era un ufficiale di marina e un appassionato di jazz. Era solito organizzare feste private, invitando i jazzisti sovietici più in voga. La sua collezione di dischi era una delle più ricche del Paese. Purtroppo, Kolbasjev ha avuto una vita piuttosto tragica: all'inizio degli anni '30 è stato arrestato due volte come spia, ma è stato rilasciato entrambe le volte. Nel 1937 è stato nuovamente arrestato per «tradimento della Patria». Secondo alcuni rapporti, è stato fucilato nell'anno del suo arresto, secondo altri sarebbe deceduto durante la prigionia nei GULag.

● Inizialmente il regista Karen Šakhnazarov voleva girare una commedia musicale ispirata al cantante Leonid Utesov da giovane ma, nonostante i molti tentativi, non gli riuscì di mettersi in contatto con il musicista per le consulenze del caso. Il regista non riuscì a capire il motivo per molto tempo, finché non scoprì che il tacito rifiuto di Utesov era dovuto al suo non ritenersi un jazzista classico, seppure sia considerato tutt’oggi come uno degli ispiratori della scena jazz in Unione Sovietica.

● Il protagonista Kostja è ispirato al pioniere del jazz russo, compositore e direttore d'orchestra, Aleksander Varlamov, che negli anni '30 ha collaborato con la cantante afro-americana Celestina Kool e che in seguito ha creato il primo gruppo di musicisti improvvisati dell'URSS. Nel 1943 il musicista è stato arrestato, secondo la leggenda, dopo l'uscita di un disco di foxtrot chiamato «Iosif». Dopo la sua riabilitazione, il musicista ha vissuto a Mosca, dove ha scritto musica per orchestre, per la televisione e il cinema. Poco prima della realizzazione del film, il regista Karen Šahnazarov e lo sceneggiatore Aleksandr Borodjanskij si recarono da Varlamov per ascoltare le storie dei jazzisti sovietici, fonte d’ispirazione per la sceneggiatura.


zia Miriam, 06-02-2023

Il Blues è nero, nasce nei campi di cotone dal sudore degli schiavi; il Jazz è optical nasce nei locali di città dalla esaltazione degli strumenti. Lontano da noi, dal vecchio continente, lontano dalla Russia, lontanissimo dall’Unione Sovietica. Sono gli anni 20, quelli della Nuova Politica Economica, impegnativi, contraddittori e difficili. Un fermento vivo anima gli spiriti creativi di ogni disciplina e il Jazz, in tutta Europa, è la voce che lo esprime. Il film è la storia di un nascente entusiasmo musicale per pianoforte, chitarra, percussioni, sassofono; fra difficoltà, inciampi e felici improvvisazioni. Poetico, divertente e russo! Con la sua umanità “ingenua” e convinta, fiduciosa e rassegnata ma forte e testarda. Belli i dialoghi (sottotitolati) “Devi improvvisare” dice il giovane “maestro” al vecchio musicista “imperiale”. Sì, risponde “ma cos’è questa improvvisazione?” Ben diretti gli attori protagonisti che con leggerezza interpretano e comunicano pensieri che vanno oltre al senso stesso della scena. Fra prove e tentativi, amarezze e digiuni si pensa anche al futuro della propria terra “Ma Chamberlain, vuole proprio attaccarci? Se lo fa noi poi lo distruggiamo!”
Per chi ancora non l’avesse visto: buona visione! Io lo riguarderò.

дядя клаудио, 29-01-2023

Превосходный фильм

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