Sottotitoli

Nati in URSS - 14 anni
Boris Eltsin
Russia
Mirošnicenko Sergej
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Nati in URSS - 14 anni

un documentario diretto da Mirošnicenko Sergej
1998 - Granada TV, Sovtelexport, Ostrov
Рождённые в СССР - 14 лет
Documentario
IMDB: 8.3

20 bambini. O meglio, ormai adolescenti... Nati nel 1983 nell’allora unica grande nazione: l’Unione Sovietica, oggi scomparsa. Cresciuti in famiglie e repubbliche diverse, ma uniti da un’identica appartenenza. Nel 1990, a sette anni, sono diventati i protagonisti del primo film del ciclo "Nati in URSS". Ora ne hanno 14. Cosa è cambiato nelle loro vite? Come vedono e comprendono il mondo che li circonda oggi? La saga documentaria prosegue.

Sottotitoli a cura di: V. Celio, E. Gallucci, M. Fadda, S. Laviola, C. Maccari, S. Persano, M. Sabbatini, E. Sicuro, E. Tarkhanova.

Ringraziamo il Corso di Tecniche di traduzione e sottotitolaggio del comune di Milano e Dario Magnati

Contesto storico e sociale

Il secondo capitolo del progetto, girato nel 1998, non è solo un aggiornamento sulle vite dei giovani protagonisti, ma anche uno specchio della Russia post-sovietica. Attraverso gli occhi di questi adolescenti, il documentario racconta un paese in piena trasformazione: la fine delle certezze sovietiche, il disorientamento sociale, le prime esperienze con l'economia di mercato e il risveglio di identità nazionali nelle ex repubbliche. Ogni intervista, ogni volto, diventa una testimonianza intima e collettiva di un’epoca di grandi cambiamenti. Sergej Mirošnicenko, con sensibilità e continuità narrativa, prosegue la sua esplorazione della crescita individuale intrecciata al destino di un’intera generazione post-URSS.

Nel 1998, la Russia attraversava una profonda crisi economica e sociale, esito di un decennio di radicali trasformazioni seguito al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Gli anni ’90 sono ricordati in Russia come “i selvaggi anni Novanta” (лихие девяностые), un periodo segnato da instabilità politica, iperinflazione, privatizzazioni incontrollate e un drastico peggioramento delle condizioni di vita per la maggior parte della popolazione. Le riforme economiche introdotte nei primi anni post-sovietici — la cosiddetta “terapia d’urto” — portarono al rapido smantellamento dell’economia pianificata, ma senza riuscire a costruire un mercato regolato ed efficiente.

Durante la presidenza di Boris El’tsin, primo capo di Stato della Federazione Russa, il paese fu teatro di continue crisi istituzionali, di una crescente corruzione e di una lotta di potere tra oligarchi e politica. Sebbene alla fine degli anni ’90 gli scaffali dei negozi non fossero più vuoti come nei primissimi anni dopo il collasso sovietico, molti cittadini non potevano permettersi l’acquisto di beni di prima necessità, stretti tra salari non pagati e il rapido deprezzamento del rublo. Mentre una ristretta élite si arricchiva sfruttando le privatizzazioni opache degli ex beni statali, la maggior parte dei russi vedeva svanire i risparmi di una vita, in un contesto di crescente disuguaglianza e criminalità organizzata.

In questo clima di sfiducia e instabilità, il default finanziario dell’agosto 1998 — con il crollo del rublo e l’insolvenza sul debito pubblico — segnò uno dei momenti più drammatici del decennio, aggravando ulteriormente la crisi di legittimità del governo e preparando il terreno per un imminente cambio di leadership.

Il ciclo di documentari "Nati in URSS" del regista russo Sergej Mirošnicenko, ci immerge nelle vite di una generazione che ha vissuto sulla propria pelle lo sconvolgimento di un'epoca, una generazione nata a metà degli anni '80 del XX secolo, poco prima di Perestroijka. Seguendo la vita dei personaggi, possiamo analizzare i profondi cambiamenti sociali e politici che hanno caratterizzato la fine dell'Unione Sovietica e la nascita della Russia post-comunista. I loro sogni e le loro speranze si scontrano con la realtà di un Paese in rapida trasformazione, evidenziando le tensioni e le contraddizioni di un'epoca di grandi cambiamenti.

20 protagonisti di classe 1983 che regista ha trovato negli angoli diversi dell'Unione Sovietica, vengono intervistate ogni sette anni partendo dal 1990 - 7 anni, nel 1998 - 14 anni, nel 2005 - 21 anni, nel 2012 - 28 anni e nel 2020 - 35 anni. Per il momento sono usciti solo 4 film. Il progetto si è interrotto bruscamente all'età di 35 anni dei protagonisti, il regista afferma che il materiale filmato è stato cancellato dagli hacker dai server della casa di produzione. Non è ancora chiaro se l'ultimo film sia andato perduto o se manchino i fondi per la sua pubblicazione. Sergej Mirošnicenko intende proseguire la serie fino a quando i protagonisti compiranno 70 anni, realizzando così il sogno di Andrej Tarkovskij di "Rappresentare l'intero arco della vita umana, dalle prime esperienze infantili fino alla vecchiaia."

Curiosità e riconoscimenti
  • Il secondo film, che cattura la nuova Russia post sovietica, è stato girato nel 1998.

  • I protagonisti di questo ciclo documentario sono stati testimoni diretti di un'epoca di profondi cambiamenti, vivendo sia l'esperienza del socialismo sovietico che le turbolenze della transizione al capitalismo, dalla perestrojka alla crisi economica degli anni '90, fino all'era digitale.

  • Per "Nati in URSS", Mirošnicenko ha sviluppato un innovativo sistema di montaggio a spirale, in cui i blocchi tematici si susseguono in modo fluido, intrecciando le storie dei protagonisti. Questa struttura narrativa, caratterizzata da una forte continuità, subisce una significativa interruzione con il crollo dell'URSS. A partire dal secondo film, la narrazione si sposta da un focus sulle vite individuali a una riflessione più ampia sui cambiamenti sociali e politici che stanno attraversando il paese.

  • Proiettato in tutto il mondo, il film commosse talmente gli spettatori che l'orfanotrofio ricevette numerose biciclette e Andrej venne adottato da una famiglia americana.

  • Realizzate in coproduzione russo-britannica, queste serie documentarie si ispirano al celebre progetto di Michael Apted, "7 Up", che ha seguito per decenni un gruppo di persone nate nel 1958. Analogamente, queste serie mirano ad analizzare l'impatto dell'ambiente sociale e delle esperienze personali sullo sviluppo individuale, confrontando le vite di coloro che sono cresciuti in contesti socioeconomici diversi. Dopo il successo del progetto britannico, sono stati avviati molti altri in Russia, Sudafrica, Stati Uniti, Svezia, Giappone e altri paesi.

  • Nel secondo docufilm della serie, girato nel 1998, risuonano le canzoni della rock band Čiž & Co, molto popolare in quegli anni in Russia, come "Phantom" e "Dell'amore".

  • Alcuni protagonisti hanno deciso di non partecipare in alcune parti, mentre altri, purtroppo, sono venuti a mancare.

  • La teoria dei sette anni, radicata nell'antichità, sostiene che ogni sette anni si verifica una rigenerazione psicofisica. Anche la psicologia conferma questa ciclicità, sottolineando l'importanza di risolvere i problemi per evitare che si ripresentino.

  • Il secondo film "Nati in URSS - 14 anni" ha ottenuto un riconoscimento internazionale, vincendo nel 1998 il Premio BAFTA per il miglior documentario dell'anno, il Premio Grierson. Ha inoltre ricevuto un secondo premio come miglior documentario dell'anno. Nel 1999 ha vinto l'Emmy per il miglior documentario dell'anno e il premio "Cavaliere d'Oro" del Festival cinematografico dei popoli slavi e ortodossi, con il Premio A. Sidel'nikov per la migliore regia.


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