Sottotitoli
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L'amore a tre (VIA MEŠČANSKAJA 3)
il muto di melodramma diretto da Room Abram
1927 - Sovkino
Un marito e moglie vivono in una stanza di una casa di Mosca: lui, un impiegato, è un uomo giovane ma abitudinario, che nella moglie vede qualcosa di stabile ma niente di più che un oggetto. La donna ne è consapevole, e subisce passivamente, anche se cresce in lei la stanchezza per il succedersi immutato e noioso delle faccende domestiche che deve sbrigare tutti i giorni. Un giorno il marito offre ad un suo amico tipografo in cerca di alloggio di andare ad abitare nella loro stanza, dove potrà dormire sul divano.
Sottotitoli a cura di Matteo Dargenio
Contesto storico e sociale
Il film affronta il problema della condizione femminile e della libertà sessuale attraverso una “commedia di costume” acuta e pungente, e fu criticato dalla stampa sovietica e accusato di tendenze anarchiche e piccolo-borghesi nella trattazione della questione sessuale.
"L’intento di Šklovskij e Room era quello di mostrare l’immaturità dei due uomini (quando si presentano all’infermiera per sapere di Ljuda, alla domanda chi siano, ognuno risponde «Il marito»), oltre all’impossibilità oggettiva di istituire una pseudo “famiglia aperta”. Tret’ja Mešcanskaja, cui potrebbe spettare l’onore del primo racconto “femminista” della Settima arte, è notevole, soprattutto, per la difesa della vita a fronte di un regime che, tra il 1920 e il 1930, ricorreva all’aborto al fine di contenere il sovraffollamento della popolazione metropolitana dovuta all’emigrazione dalle campagne."
Curiosità e riconoscimenti
Il titolo originale del film è Третья Мещанская che significa via Meščanskaja n°3. Nell'Occidente è stato tradotto "Tre in un sottosuolo", in Germania "Il letto e il sofà". Il nome della via è stato scelto non per caso, "мещанин" in russo vuol dire "piccolo borghese" e allude al modo di vivere limitato, troppo profano che alla fine la protagonista del film decide di abbandonare, lasciando la casa.
Viktor Šklovskij, lo sceneggiatore, conosceva bene gli intellettuali sovietici, e le loro storie private, e pare che si è ispirato al ménage à trois tra il noto poeta Vladimir Majakovskij, Lili Brik e Osip Brik (teorico della letteratura e collega di Šklovskij; due dei fondatori del gruppo dei “formalisti russi”), marito di Lili e amico del poeta.