Sottotitoli

La corazzata Potëmkin
Iosif Stalin
Unione Sovietica
Ejzenštejn Sergej
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La corazzata Potëmkin

il muto di dramma diretto da Ejzenštejn Sergej
1925 - Goskino
Броненосец «Потёмкин»
Dramma
IMDB: 8

Il giugno del 1905. I protagonisti della pellicola sono i membri dell'equipaggio della corazzata russa che dà titolo all'opera, ed è strutturato in cinque atti. I fatti narrati nel film sono in parte veri e in parte fittizi: in sostanza si può parlare di una rielaborazione a fini narrativi dei fatti storici realmente accaduti e che portarono all'inizio della Rivoluzione russa del 1905. Infatti – ad esempio – il massacro di Odessa non avvenne sulla celebre scalinata, bensì in vie e stradine secondarie, e non avvenne di giorno ma di notte.

Contesto storico e sociale

È stato un evento storico ben conosciuto ancora oggi grazie al film di Ejzenstejn. Il destino riservato all’equipaggio di questa nave, non lo sanno tutti - la nave raggiunse le coste di Romania, i marinai abbandonarono la nave, dove riuscendo a ottenere uno status simile a quello di asilo politico. La nave in compenso venne restituita alla Russia e ribattezzata “Panteleimon”, in onore a un santo ortodosso.

I marinai russi che vennero invece catturati dalle autorità dello zar finirono davanti ai giudici: alcuni di loro vennero uccisi, altri mandati in esilio in Siberia. La maggior parte dell’equipaggio però fece ritorno in patria solo dopo il rovesciamento dello zar, nel febbraio del 1917.

"L’innovazione del montaggio di Ejzenštejn sta nel dare linfa vitale ad oggetti inanimati con l’aiuto di un montaggio dal taglio molto corto. Questo effetto è stato utilizzato per la scena della fucilazione presso il teatro di Odessa. Ai fotogrammi dell’esplosione segue un breve incollaggio di tre fotogrammi: il leone dormiente, sveglio e poi pronto al salto. Lo spettatore ha come l’impressione che il leone si rianimi, prenda vita. Ecco l’effetto che il cronometraggio riesce a dare a questo frammento.

Ejzenštejn utilizza in modo aggressivo la tecnica metrica, ritmica e tonale dell’incollaggio. Pone l’accento sul “montaggio delle attrazioni”. La quintessenza del suo stile diventa la scena della sparatoria sulla scalinata di Odessa presente nel film. L’ininterrotta marcia dei soldati e gli spari, la carrozzina con il bambino che cade lungo le scale, gli occhiali frantumati, la donna con gli occhi sbarrati – Ejzenštejn colpì il pubblico di sorpresa, scioccandolo e suggestionandolo. Proprio grazie a questo approccio, “La corazzata Potemkin” entrò nella storia."

Editoriale tradotto da Chiara Pavan per Russia in Translation

Curiosità e riconoscimenti

  • È una delle più note e influenti opere della storia del cinema, e per i suoi valori tecnici ed estetici è generalmente ritenuto fra i migliori film del '900 nonché una delle più compiute espressioni cinematografiche. Prodotto dal primo stabilimento del Goskino a Mosca, fu presentato il 21 dicembre 1925 al teatro Bolshoj. La prima proiezione aperta al pubblico avvenne il 21 gennaio 1926.

  • Secondo lo stesso Ejzenštejn, l'idea della famosa scena sulla Scala di Odessa è venuta a lui mentre era seduto su essa, mangiando le ciliegie e guardando come i noccioli rimbalzavano giù dalla scalinata.

  • La bandiera rossa rivoluzionaria nel film è stata dipinta a mano.

  • Il nobile Grigorij Potemkin fu il primo ministro della Russia, ma anche un amante di Caterina II la Grande. A lui dobbiamo l'invenzione di espressione “villaggi Potemkin”, quando fece costruire dei villaggi in cartapesta, per nascondere le condizioni di degrado del paese dalla Caterina II durante il suo viaggio in Crimea. Da allora, “villaggi Potëmkin” è usato per convincere qualcuno a pensare che una situazione sia migliore della realtà.

  • Il ministro della propaganda della Germania Nazista, Joseph Goebbels, lo definì "un film meraviglioso senza eguali nel cinema. La ragione è la sua forza di convinzione. Chi non abbia una fede politica salda, dopo avere visto il film, potrebbe diventare un bolscevico".

  • In Italia, con il titolo modificato in “La corazzata Kotiomkin” e il nome del regista cambiato in “Serghei Einstein”, fu parodiata nel film “Il secondo tragico Fantozzi” (1976) dando vita a all’espressione ormai entrata nel linguaggio comune: “La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!”.


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