Il bianco sole del deserto

Commedia d'azione diretta da Motyl' Vladimir

1970 - Mosfilm

Di ritorno a casa dall’Asia centrale, il coraggioso soldato dell’Armata Rossa Fёodor Ivanovič Sukhov si imbatte in una pericolosa e inaspettata missione: proteggere un harem di nove donne dalle angherie di Abdulla, potente boss della malavita locale. Arroccato in un piccolo villaggio circondato dal deserto, e accompagnato da uno sparuto manipolo di compagni, Fjodor Ivanovič predispone le difese. Sarà sufficiente per salvare le nove donne, e garantire loro le libertà e i diritti promossi dal nuovo ordine sovietico?

Contesto storico e sociale

Il film è ambientato in una sperduta località sulla riva orientale del Mar Caspio, al termine della Guerra Civile (1917-1920). Uscito nelle sale nel 1970, si tratta di uno dei primi film di genere western di produzione sovietica. Il quadro storico fa da sfondo a un tema cruciale: il ruolo e la posizione della donna nel nuovo contesto sovietico: non più “oggetto da godere” come vorrebbe l’antagonista Abdulla, ma un soggetto libero e partecipante al benessere della comunità.

Curiosità e riconoscimenti

• Durante le riprese in Daghestan, la troupe subì numerosi furti da parte di piccole bande criminali. Per mettere fine a simili seccature, il regista Vladimir Motyl’ permise a un capobanda locale, tale Alì, di prendere parte alle riprese, offrendogli un piccolo ruolo. In cambio Alì si impegnò a garantire l’incolumità dei cineasti e delle loro attrezzature. È il personaggio interpretato da Alì, “il bandito dalla maglietta rossa” a pronunciare la famosa frase: “Abdulla, la dogana dà il beneplacito!”